Dalla ricerca contro i tumori all’Istituto Pascale di Napoli alla piena attività in ospedali e cliniche
Non meno importante è la parentesi di studio e di attività all’Istituto per lo Studio e la Cura dei Tumori, dove Fausto Lippo prestò servizio per un anno e mezzo circa in qualità di Aiuto Chirurgo Volontario, dal 5 gennaio 1944 al 2 aprile 1944 e, in qualità di Assistente Chirurgo Ordinario, dal 3 aprile 1944 al 29 maggio 1945.
Fausto Lippo amava la medicina, ma, ancor di più, agli inizi dei suoi studi e della sua carriera, la genetica per il suo potenziale di sviluppo scientifico, ch’egli intuì con l’occhio indagatore del futuro scienziato; una disciplina però che imponeva, ieri più di oggi, una lunga ricerca di laboratorio prima di offrire esiti apprezzabili; un percorso che reputò quindi inconciliabile e rispondente alla sua esigenza di ottenere risultati immediati, ch’egli invece cercava dalla sua opera di studioso e che trovò nella chirurgia.
Senza poi contare che nello stesso periodo era impegnato su tanti tavoli operatori: dall’Ospedale Pellegrini di Napoli all’Ospedale Apicella di Pollena Trocchia; dall’Istituto di Anatomia Chirurgica allo stesso Istituto Pascale per la lotta contro i tumori, che quindi lasciò nell’estate del 1945.
Eppoi non intese mai rinunciare all’opportunità, nonché suo desiderio, di esercitare la sua attività di clinico e di chirurgo in Calabria e, più precisamente, in un’area montana marginale e periferica, a San Sosti, ad un tiro di schioppo dalla sua casa paterna. Qui, nella Clinica Cosentino, operò dal 1949 al 1959.
Tuttavia, nella sua articolata e complessa attività riguardante tutti i campi della medicina e della chirurgia, si occupò spesso di tumori. Nel 1955, quando ancora la ricerca sul cancro navigava a vista, Fausto Lippo portò un notevole contributo allo studio del linfosarcoma e del plasmocitoma intestinale con la presentazione di reperti clinici ed operatori relativi a 3 casi da lui operati tra il 1952 e il 1953 pubblicati sul n.30 de “La Riforma Medica” (il giornale settimanale di Medicina e Chirurgia diretto da G. Bossa, L. Condorelli e Luigi Torraca) con il titolo: “Contributo anatomo-clinico allo studio del linfosarcoma e del plasmocitoma intestinale”. Uno studio i cui reperti clinici e operatori sono scientificamente tali da confermare la tesi virale, una delle teorie che si sarebbe affermata nello studio dei tumori: un tratto di genialità averlo intuito 70 anni fa.
Era indubbiamente un genio della scienza medica!